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Erbe aromatiche

Usate sia in cucina per appetitosi piatti che come medicamento per svariate patologie, le erbe selvatiche che crescono lungo gli argini o nei vigneti, venivano tradizionalmente raccolte in primavera dalle donne spesso accompagnate dai bambini. Le erbe erano usate intere, oppure, a seconda delle proprietà contenute nelle loro parti, venivano scelte solo le radici, le foglie o i fiori.

Non dimentichiamo che le erbe spontanee, sia crude che cotte, erano anche ingredienti di piatti legati alla tradizione che ormai sono andati via via scomparendo e che solo in alcune località è possibile ancora assaggiare. Ad esempio, non si è persa negli anni la ricetta della minestra primavera. Nell’orto o nei campi si riempiva uno ‘scursà’ (grembiule) di erbe varie che venivano pulite accuratamente e quindi cotte in pentola per molto tempo fino a creare un brodo molto scuro e decisamente saporito. Il profumo ed il sapore di questa minestra rimane ancora nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di provarla.

Rosmarino, prezzemolo, alloro, timo sono alcune delle profumatissime erbe che spesso si trovano negli orti o nei giardini dell’Oltrepò.

Ricordiamo che le erbe si possono usare non solo in insalata abbinando ad esempio le foglie di primula con rapanelli e lattuga, ma anche per ottenere ripieni unendo ortica, borragine, lattuga e farinello, oppure ortica, parietaria e malva; anche luppolo, ortica e agliaria o bardana, malva e farinello sono degli ottimi accostamenti.

Tisane, cataplasmi e decotti formavano un ricettario di medicina popolare che poneva rimedi casalinghi a piccoli infortuni o presunti malanni.

In primavera vi invitiamo ad organizzare della passeggiate rilassanti alla scoperta di questi preziosi doni della terra e di scovare tra i vecchi quaderni di cucina delle nonne alcune ricette con le erbe spontanee o, meglio ancora, intervistare le anziane del luogo per ‘estorcere’ qualche piccolo segreto per la preparazione dei piatti. Per ritrovare sulla tavola di oggi alcuni di quei sapori particolari legati ad una cucina povera, ma altrettanto creativa.

In questo modo la cultura gastronomica diventa un modo per diffondere il messaggio turistico della località, da sempre attenta al rispetto e al valore delle proprie radici.


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