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I Brasadè di Staghiglione

Il termine brasadè è dialettale e significa ciambella. E brasadé è la pronuncia oltrepadana.
Un tempo indicava una collana di ciambelle, legate da uno spago e portate al collo dalle bambine come ornamento, donate tradizionalmente ai cresimandi. Ogni lunedì di Pasqua il Comune di Borgo Priolo organizza una sagra in onore di questo dolce tipico, che nel 2006 ha ricevuto la certificazione De.C.O..

Come tradizione racconta
La tradizione è rimasta pressoché immutata. Non sarà più la collana portata al collo delle bambine e donata ai cresimandi, ma i Brasadè sono ancora oggi ciambelle legate a un filo, come quelli di Staghiglione, che vengono confezionati in collane di undici ciambelle, secondo uno schema di confezionamento rimasto identico da oltre cent’anni. Cinque ciambelle sono infilate con la parte piatta rivolta nello stesso verso e le altre cinque con la parte piatta in verso opposto. L’undicesima ciambella viene usata come fermaglio e a essa si legano i capi dello spago di cotone della collana. La collana così formata è fatta in modo da poter essere appesa all’estremità opposta della ciambella “fermaglio” in modo tale da avere tutte le ciambelle con la parte piatta rivolta verso il basso. Per la loro composizione – che tende a una conservazione molto lunga –, per la semplicità degli ingredienti e per il loro confezionamento, non è difficile pensare ai brasadè come a un dolce contadino. E forse non era nemmeno considerato un vero e proprio dolce, ma un alimento per spezzare la fame, tanto più che per la sua legatura, la collana era facilmente trasportabile. Origini antiche e povere, quindi, come ogni attuale simbolo di tradizione e di quelle radici che tentiamo di rinnovare.

 


  • Brasadè
  • Produzione artigianale Brasadè
    Produzione artigianale Brasadè
  • Azienda Bernini - Brasadè di Staghiglione
  • Azienda Bernini - Brasadè di Staghiglione